lunedì 6 febbraio 2012

Tutto ebbe inizio così...




...in una zona chiusa, abbandonata e piena di rifiuti come tante altre in mezzo agli stradoni di Ponticelli, un quartiere nella degradata periferia napoletana.

Eppure proprio qui, in questo fazzoletto di terra dimenticato da tutti, l’A.D.L.A. ONLUS è riuscita a costruire il suo sogno, un rifugio per cani senza padrone e in difficoltà del quartiere.

Piano piano il ricovero è diventato una specie di istituzione, un'isola felice dove l’A.D.L.A. assiste i suoi trovatelli.

Fautrice di tutto ciò è stata una donna forte e coraggiosa che nel 1996, fondando un'associazione di volontariato, aveva un sogno e oggi questo sogno si chiama rifugio "La Fenice", questa donna è Carmela Vitale affettuosamente conosciuta come "Melina dei cani".
Se le chiedi in che modo è nato questo progetto ti risponde così:

“Queste bestiole sono la mia vita. Un tempo mi occupavo dei cani in strada. Ogni mattina sistemavo cibo e medicinali sul mio furgoncino e facevo il giro per sfamarli e curarli. Bastava che suonassi il clacson e i randagi sbucavano da edifici in rovina, da praticelli invasi da erbacce, da qualsiasi nascondiglio dove si fossero riparati. Ma soffrivo nel lasciarli, perché li sapevo in pericolo, spesso infatti ritrovavo qualcuno dei miei protetti morto o agonizzante, vittima delle sevizie di crudeli individui o dei combattimenti clandestini organizzati dalla criminalità. Non di rado c’erano anche poveri animali che inghiottivano bocconi avvelenati sparsi da gente senza cuore”.



 
Anche quando era tutto un po', per così dire, improvvisato, i nostri amici hanno sempre avuto casette pulite e la ciotola piena di pappa!

Quelle vigliaccate “Melina dei randagi” non poteva più sopportarle. Allora le è venuta l’idea di realizzare un rifugio sicuro per i quattro zampe abbandonati, ma attuare il progetto non è stato facile. Melina con le volontarie dell'A.D.L.A. ONLUS ha provato a chiedere aiuto a tanti e soprattutto le serviva uno spazio adatto.

Finalmente dopo anni di pellegrinaggi da un ufficio all’altro e di suppliche, ha ottenuto in comodato d’uso un pezzo di suolo comunale recintato e attrezzato a sue spese, dove ha iniziato ad accogliere le creature più sofferenti.Da non trascurare il particolare che l’A.D.L.A. ONLUS per la costruzione del rifugio e il sostentamento dei cani in questi anni non ha mai ricevuto alcun contributo.
Oggi gli ospiti del rifugio sono 180.
Melina continuando il suo discorso: "...quando da queste parti qualcuno trova un cane abbandonato o in pericolo puntualmente lo porta da me, spesso mi arrivano intere cucciolate o molto più spesso le ritroviamo fuori al cancello del rifugio quando la mattina alle 8:00 apriamo: chiusi in scatole di cartone, con giusto qualche buchetto per respirare... per non parlare di quelle povere creature vigliaccamente lasciate legate al cancello durante la notte, che stanche e disperate, per tutta la notte hanno cercato di liberarsi per tornare proprio da coloro che li hanno barbaramente abbandonati".
La strada è stata lunga e tortuosa. In principio la struttura di accoglienza era principalmente costituita da alcune baracche costruite con pochi risparmi e tanto ma tanto olio di gomito, ma il sogno di Melina era ed è che questi cani che già dovevano trascorrere lunghe giornate chiusi in un box avessero almeno una vita dignitosa e confortevole.
Così piano piano, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone è iniziata la ristrutturazione del rifugio.
Un po’ alla volta ogni baracca è stata sostituita con box grandi e spaziosi, freschi d’estate e caldi d’inverno, con uno spazio interno e uno esterno dove i cani potessero perlomeno godere del sole e dell’aria.
Piano piano è stata attrezzata anche un'infermeria dove i pronto soccorso e le terapie di routine dei cani malati o in convalescenza sono stati resi più agevoli.
Poi il deposito dove conservare con cura le scorte di cibo, poi la zona lavaggio e toelettatura dove lavare i nostri piccoli amici e tosarli quando fa troppo caldo, poi la zona cuccioli... ma c’è ancora tanto da fare.Se riusciremo a completare l'opera, sarà soprattutto grazie all’aiuto dei nostri soci sostenitori, che speriamo diventino sempre più numerosi: dal loro numero e dal loro sostegno dipende il benessere e il futuro di queste creature.

Il rifugio ha bisogno anche di te! Metti anche tu il tuo mattoncino, diventa socio sostenitore. Non è un investimento, non è un affare, non guadagnerai nulla anzi... tutto ciò che riceverai in cambio sarà un nostro grazie di cuore, ma in compenso se vorrai potrai gioire dello scodinzolio festoso degli ospiti del rifugio... è questo secondo noi il grazie più prezioso!!!
Le foto che mostrano il rifugio com’era e come è adesso.
Tanto si è fatto e tanto si può ancora fare!